Saturday, March 24, 2012

Buona pascua

Basta relativamente poco tempo per abituarsi e smettere di vedere la nuova città come un posto esotico e bizzarro. Solo poche settimane dopo il mio arrivo a Barcellona mi sono reso conto che iniziava a diventare tutto monotono, poco interessante, sempre uguale. Non c'era già più quel senso di novità e la voglia di andare a scoprire cosa ci fosse dietro l'angolo, quasi avessi sempre vissuto qui. Ma stocazzo, la città è talmente grande che ci vorrebbero anni prima di riuscire a vedere e provare tutto, anche se è vero che ad alcune cose ci si fa l'abitudine e smettono in poco tempo di essere divertenti o particolari. Come le scritte in prossimità delle strisce pedonali, in cui mette all'erta chi sta per attraversare che un morto su tre in incidenti stradali a Barcellona, andava a piedi. Una possibile interpretazione è che se ti lanci in mezzo alla strada e muori, almeno ne porti con te altri due.

Ora è il momento di tirare qualche somma, perché domani mattina partirò e sono riuscito con mio grande stupore a concludere tutte ciò che mi ero prefissato a inizio settimana. Quindi: consegnato tutto quello che dovevo consegnare, finito di leggere i Promessi Sposi (giusto in tempo per iniziare La desheredada) e andato a vedere il concerto degli Ex-Con, putroppo da solo, ma vabbè, meglio che niente.

Nota importantissima: il dolce tipico di pasqua di qui si chiama Mona de pascua e con questo ho detto tutto.

Cosa dimenticherò domani?

Wednesday, March 21, 2012

Manzoni, la pioggia e il catalano

Sono a -6 capitoli dei Promessi Sposi e -3 giorni. Manca ormai pochissimo e posso affermare con sicurezza che mi fa schifo. Devo ammettere in certi punti mi ha aperto la mente e mi ha fatto ragionare (come nel mio rinnovato odio verso gli anticomplottisti), ma andiamo, romanzo storico? Non condivido. Se non ci fossero tutti quegli intermezzi noiosissimi di storia, il racconto si esaurirebbe in 3 o 4 capitoli e invece bisogna sorbirsene 38 TRENTOTTO, ve ne rendete conto? Ovviamente gli riconosco il valore che gli è stato dato per una lunga serie di motivi, ma trovo fastidiosissimo il continuo interrompere la narrazione per passare a dettagli e divagazioni sulla vita dell'epoca, tra l'altro la maggior parte delle volte poco o per niente utili ai fini del racconto.

Oggi si è abbassato un po' il vento ma ha iniziato a piovere. Con delle interruzioni è durato tutto il giorno ed è ancora tutto coperto... spero che non duri ancora tanto perché altrimenti mi toccherà prendere ancora la metro invece che andare in bici...

Tra l'altro, questa mattina, ho partecipato al primo incontro del gruppo di conversazione catalano-italiano. L'ho già detto che ancora non so fare una frase che sia una in catalano? Per capirlo non è un grosso problema, ma in produzione sono a livello zero. La cosa è molto blanda e semplice, comunque. Abbiamo tutti i recapiti l'uno dell'altro (siamo 6, più eventualmente il responsabile dell'organizzazione se e quando ne avesse voglia) e ci possiamo chiamare / scrivere per andare a fare qualsiasi cosa, potenzialmente in qualsiasi momento. Inizierò da metà aprile, quando sarò di ritorno a Barcellona.

La storia si ripete

Finalmente ho trovato le parole per esprimere quello che provo: vaffanculo anticomplottisti de stocazzo, siete l'espressione più patetica dell'ignoranza delle masse. Nel '600 avreste creduto che la peste fosse causata dagli untori e ancora prima avreste esultato alla tortura di una presunta strega. Niente mi fa pensare che se ne aveste l'occasione mettereste alla forca chiunque, mossi dallo spirito della massa di merda alla quale appartenete.

Tuesday, March 20, 2012

Pedalando controvento

Oggi mi pare quasi di essere a casa. Tira un vento piuttosto forte e se lo dice un triestino, vuol dire che non è affatto poco. Per carità è ben lontano dal farmi provare le grandi emozioni della bora tipo "appena giri l'angolo ti sposto di due metri", ma per la prima volta da quando sono qui, tira veramente vento. Del resto la vicinanza del mare porta sempre un po' di aria.

Però, non vi dico che fatica tornare a casa oggi in bici, con il vento che mi soffiava in faccia e si opponeva al mio frenetico pedalare. Per parlare poi del parcheggio vicino casa, una sorta di deserto con tanto di sabbia, che oggi si sollevava a nuvoloni.

A due passi c'era anche parcheggiata una moto mezza distrutta con sedile tigrato, che contribuiva non poco a creare un aspetto post-apocalittico degno dei migliori anni '70-'80.

E intanto stasera mi sono preso un po' di pausa, perché continuare a leggere e leggere e leggere mi sta facendo andare fuori di testa. Sono indietro con i Promessi Sposi, ma domani mi rimetto sotto. Ce la posso fare. Non credo che sopravviverò, ma ce la posso fare.

Sunday, March 18, 2012

Countdown

Tra una settimana partirò, tornerò a casa a riposare e passare le vacanze di Pasqua con amici e parenti, però prima di partire devo finire alcune cose, sarà il rush finale prima di 3 settimane di cazzeggio. Ecco cosa ho intenzione di fare in questa densissima settimana:
  • finire di leggere i Promessi Sposi (entro domenica, sono quasi a metà);
  • rileggere e consegnare il lavoro di letteratura spagnola (entro mercoledì);
  • consegnare lo schema per il terzo lavoro di sociolinguistica spagnola (entro giovedì);
  • andare a vedere gli Ex-Con e tentare di non farlo da solo (venerdì).
Ce la farò? Vedremo.

Saturday, March 17, 2012

¡Noise!

Devo ammettere che ci ho messo anche fin troppo tempo a pensarci... se addirittura a Trieste ci sono degli stronzi che fanno noise (sì, parlo di me e i miei amici), mi pare scontato che a Barcellona ce ne debbano essere molti di più. E di conseguenza, forse esiste anche una scena prolifica. Ebbene sì.

Ora sto ascoltando Coàgul, prima ho scoperto xmarx (che è anche proprietario di un locale qui a Barcellona, quindi cercherò di andare a dargli un'occhiata) e girando un po' su internet ho trovato qualche altro artista ed alcune etichette. Forse inizierò a divertirmi.

Ex-Con live la prossima settimana. Assolutamente sì.

Ora, dicevo che andrò al Marx Bar se non avrò troppo sonno, perché apre alle 23 e io sono abituato ad andare a dormire piuttosto presto. Ma sono curioso e allo stesso tempo anche un po' intimorito.
E quindi aspetto che arrivi l'ora, o che almeno si avvicini, giusto per non stare in giro per strada delle ore... e sto chiuso in camera perché Ihor e Zoryna, senza avvisarmi hanno invitato degli amici a cena. Vabbè, si vede che da loro funziona così. Ma se fossi stato nudo? E se avessi dovuto cucinare e mangiare anche io? Mah.

Mi consolo compiacendomi della felice scoperta.

Oggi ho imparato che... 17 marzo 2012

Forse esiste una scena noise a Barcellona.
O almeno forse esiste un locale in cui fanno qualche live (l'ultimo un mese fa, mapporca...)

Friday, March 16, 2012

Cacchio, io ero qui per studiare.

Sono le 23.33 e sono in sala studio di fianco alla Sagrada Familia. L'intenzione era di studiare un po', ma ho fallito miseramente. Ma andiamo con ordine.

Come penso di aver già scritto, la connessione wifi a casa è uno schifo. E sapete perché? In casa non c'è la connessione, però arriva il segnale di una rete non protetta e ci si può connettere a quella. Già, bella merda. Nella maggior parte dei casi funziona in modo soddisfacente, cade ogni tanto il segnale, ma è questione di minuti e tutto riprende a funzionare normalmente. Ebbene, come già era successo un'altra volta, questa sera non ne voleva sapere e allora dopo cenato sono venuto qui. Bella, bellissima invenzione le sale studio aperte fino all'una di notte. Soprattutto se c'è la connessione wifi. Univo problema: sono aperte solo da lunedì a venerdì, quindi nel fine settimana ci si incula. L'alternativa, però, fino alle 20-20.30 esiste, perché alcune biblioteche dell'università sono aperte anche sabato e domenica. Ma sono dall'altra parte della città. No, grazie.

Ora, non me ne vogliano i miei (numerosissimi!) amici e lettori vegetariani, vegani, fruttariani e chissacosaltrariani, ma non c'è assolutamente niente al mondo che batta l'accoppiata pancetta/bacon e uovo. A colazione, a pranzo e suppongo (visto che in questa fascia oraria non l'ho ancora provata) a cena. Mi manca anche per merenda, ma dubito che si possa rivelare un fallimento.

E insomma, siccome non posso stare lontano dalla grande rete ho preso la bici e sono venuto qui. Giuro, ho portato il libro per studiare, volevo farlo veramente. Ma è rimasto nello zaino. Però penso che verrò qui altre volte, è molto tranquillo, spazioso e (per il momento, visto che siamo ben lontani dal periodo esami) poco frequentato a quanto pare (o chissà, forse è solo perché è venerdì sera).

Ero qui per studiare e invece ho passato quasi tutta la sera a cercare casa. Ho risposto a due annunci (non è facile trovare qualcosa che faccia al caso mio, per posizione, prezzi e date). Non ci spero più di tanto, ma mi renderebbe molto felice. E intanto con la mente sono già quasi a casa, con 9 giorni di anticipo.

Wednesday, March 14, 2012

Dormire o non dormire?

L'ho già detto ma non posso fare a meno di ripeterlo: I Promessi Sposi conciliano il sonno in un maniera indescrivibile. Posso andare a dormire alle 21? Dopo un capitolo di quel libro, la necessità c'è.

Oggi ho finito la prima stesura e rilettura del lavoro di letteratura spagnola. Una breve analisi del rapporto tra conflitto e letteratura. Ora non mi resta che sperare che Cristina (la ragazza di Saragozza che studia italiano con cui faccio uno scambio linguistico) abbia il tempo di dargli un'occhiata, poi potrò stamparlo e consegnarlo.
Dopo di ciò, non mi resta che preparare lo schema per sociolinguistica dello spagnolo sul lavoro che dovrò fare dopo pasqua e finalmente sarò tranquillo. Già ora sono molto sollevato, ma non è ancora finita.

Oggi mi hanno chiamato dall'università e ho avuto la prova che riesco a capire un po' di catalano. Però poi ho dovuto chiedere di passare allo spagnolo, perché non sono in grado di rispondere.
Novità: quando tornerò dopo le vacanze di pasqua farò parte di una classe di conversazione italiano-catalano, quindi avrò l'opportunità di imparare un po' anche di questa lingua e (l'italiano, chiaramente) e forse fare qualche nuova conoscenza.

Per ora mi accontento di godermi un po' di meritato riposo. Almeno la sera, credo ci poter lasciare i libri da parte e, al massimo, leggere qualche pagina. I Promessi Sposi dovrò finirli il prima possibile, perché mi spettano altri libri, non meno impegnativi.

Dimenticavo, ieri sono andato a fare la tessera della biblioteca di fianco alla Sagrada Familia. È piuttosto vicina a casa e da lunedì a venerdì è aperta fino a tardi. Quindi se avrò bisogno di studiare e in casa non sarà possibile, potrò andare lì invece che fare tutta la strada fino all'università.

Ah, ultima cosa, fanculo, sono ancora su fb, vi odio tutti. Vado ad addormentarmi sul XIII capitolo.

Monday, March 12, 2012

Saturday, March 10, 2012

Oggi ho imparato che... 10 marzo 2012

Devo smetterla di rinviare di anni l'ascolto delle band interessanti o presunte tali.


Friday, March 9, 2012

Il conflitto

La mia condizione mentale sta degenerando. Per non parlare di quella fisica. Da sveglio, passo la maggior parte del mio tempo a leggere e studiare o seguire corsi. Non posso nemmeno dire di riposare quando cucino, perché tra una spadellata e l'altra leggo i Promessi sposi. Per essere a lezione alle 8.30 mi alzo alle 7, ma il mio corpo ha deciso che devo svegliarmi ogni giorno alle 6.30. Anche quando non ho lezione. Certo, nel fine settimana posso rimettermi a dormire, ma è stressante. E negli ultimi due giorni ho fatto una fatica indescrivibile per non addormentarmi a lezione. Mi hanno consigliato caffè o caffè con ginseng. In effetti qui ho eliminato completamente il consumo di caffè, ma fino ad ora non avevo neanche bisogno. Diciamo che andando a dormire sempre tra le 23 e mezzanotte non ho troppi problemi a svegliarmi per tempo. E a quanto pare il problema sta iniziando a diventare proprio l'opposto.

Ovviamente svegliandomi presto mi vien sonno presto, complice anche la stanchezza che accumulo passando intere giornate sui libri. Risultato: vorrei andare a dormire ogni giorno subito dopo aver cenato. Forse fare un po' di moto potrebbe aiutarmi a mantenere in vita il mio metabolismo, ma non ne ho il tempo. Fino a pasqua devo dedicare il 90% del mio tempo a preparare i lavori che dovrò consegnare prima della partenza. Dopodiché potrò respirare un po', giusto per non morire al mio ritorno. Se non altro ho la bici.

Il conflitto, è il tema che ho scelto di sviluppare per il lavoro di letteratura spagnola. Oggi ho preparato l'introduzione, nei prossimi giorni provvederò a sviluppare il discorso più approfonditamente.

Vincolla, se mi leggi, grazie per aver postato questo link: http://tonsband.com/ mi stanno piacendo.

Non sono sicuro se il mio aspetto sia dovuto più alla stanchezza
o all'aver scoperto che i 3,2GB della mia dropbox sono quasi esauriti

Thursday, March 8, 2012

Questo... è il mio bastone di tuono!

Potete immaginare il mio stupore quando l'ho vista in bagno.
E se non lo immaginate, non rivolgetemi mai più la parola.
Credo che uno dei fattori per valutare quanto uno straniero sia integrato nel paese che lo ospita sia, se guarda la tv, vedere se cerca le reti di casa sua (ovviamente con l'ausilio di un satellite) o se segue le trasmissioni locali. Ovviamente avrete capito che l'idea mi è balenata in mente osservando i miei coinquilini, che (indovinate un po') non hanno in memoria nemmeno un canale spagnolo. Certo, posso capire la nostalgia di casa e sentir parlare la propria lingua ogni tanto possa aiutare anche a rilassare il cervello, ma dopo 5 e 7 anni che vivi in un paese, secondo me, dovresti essere ormai quasi al pari di un autoctono. E invece no, alcuni preferiscono chiudersi nella propria isola linguistica, usando la lingua locale solo per comunicare all'esterno (e il minimo indispensabile con chi, come me, viene a vivere in subaffitto). I problemi ovviamente sono molteplici. Ad esempio, non capire come funziona il proprio contratto telefonico né tanto meno quello che ti viene detto dall'operatore del call center. E questo è solo uno dei possibili tanti esempi di vita quotidiana che non sono in grado di gestire nonostante vivano qui da un monton.


Oggi ho provato l'ebbrezza di tenere il manubrio della bici con una sola mano mentre mi tiravo su la cerniera della giacca, nonché di dare pseudo-consigli pseudo-amorosi. Ma non sono la persona più indicata per questo genere di cose, visto che quando si tratta di faccende che non mi riguardano sono anche fin troppo distaccato e incapace di immedesimarmi negli altri. Ne consegue che posso analizzare tutto in maniera molto oggettiva, ma si sa, i sentimenti non sono oggettivi e non seguono la ragione. Ergo, non ascoltatemi, vi farei fallire miseramente.

Wednesday, March 7, 2012

Oggi ho imparato che... 7 marzo 2012

Devo smettere di andare al mercato Encants Vells a guardare i libri usati.

Parque Jurásico
Dracula (Bram Stocker, lingua originale)
Banco (ok, già letto in italiano, ma mi piace)

Finalmente riposo

Oggi sono riuscito finalmente a prendermi una mezzoretta di relax, dopo due settimane di continuo lavoro, interrotto solo da una breve malattia. E ora, continuo con un'altra mezzoretta di pausa per per poi iniziare il lavoro di letteratura spagnola. Ho dovuto chiedere conferma al prof sul tema scelto prima di iniziare, ma lo ha accolto molto di buon grado: il conflitto. Ecco, diciamo che ho qualche idea, molto vaga, su come sviluppare il discorso e dei contenuti. Devo finirlo prima di tornare a casa per pasqua, il che vuol dire che lo devo consegnare entro il 21 marzo. Ho due settimane esatte da oggi.

Nel frattempo, quasi senza che me ne accorgessi, oggi ho festeggiato un mese di uso del servizio bicing. Un mese passato a studiare costantemente quale fosse il percorso migliore per andare e tornare dall'università e che ha portato i suoi frutti. Per non parlare del fatto che sto iniziando ad andare discretamente in bici, tanto da poter fare anche alcuni tratti in strada senza troppa paura di essere travolto.

A proposito di strade, qui il lavaggio (oltre alla normale raccolta dei rifiuti, efficientissima) lo fanno sul modello del diluvio universale, tanto che ogni mattina pare che abbia piovuto. Pioggia vera invece non ne vedo da un po' e mi sta anche bene così, visto appunto che vado sempre in bici.

Altre novità: venerdì andrò a ritirare la tessera per le biblioteche pubbliche (così forse finalmente inizierò ad andare a studiare alla biblioteca della Sagrada Familia che ho scoperto due settimane fa); sono riuscito a leggere Se questo è un uomo di Primo Levi in una settimana (per quanto sia breve, sono piuttosto lento a leggere e questo mi porta al prossimo punto...); sono ben lontano dalla metà e sono già stufo dei Promessi sposi, che ho relegato alle sessioni di cucina, mentre ho la pentola sul fuoco o qualcosa nel forno, o alle meno eleganti (ma più brevi) cacate; mi ero ripromesso di cercare di evitare l'argomento, ma ho dovuto rispondere questa mattina alla prof di sociolinguistica dell'italiano quando ha detto: "Quando Trieste è tornata amministrativamente sotto l'italia". E giusto perché non avevo già abbastanza da fare, dovrò mandarle il materiale relativo al TLT. Però ha apprezzato e mi ha ringraziato di averle fatto scoprire che il trattato di Osimo non è esattamente come ce lo raccontano.

Monday, March 5, 2012

Nazionalcazzismo

Nel XIX secolo andava tanto di moda l'idea di unirsi sotto una stessa bandiera se si aveva qualcosa in comune, spacciandosi per un solo popolo, anche se con poca storia in comune e ancora meno per quanto riguarda la lingua. Alcuni Paesi potevano vantare una maggiore unità (come la Germania), altri praticamente nulla (come l'italia).

Il nazionalismo in epoca romantica era uno dei fattori trainanti della società europea e ancora adesso ne subiamo le conseguenze. Non solo, molti, moltissimi di noi sentono ancora ardere in sé quegli ideali di unità nazionale, spesso identificati negli ideali di partiti di estrema destra.

Estrema destra, spesso identificata come conservatrice e nazionalista. Conservatrice di un ideale rivoluzionario.

E chi è che decide dove devono arrivare i confini di uno stato?
E se una parte di uno stato non si riconosce più in esso?
E se una parte di uno stato non si è mai sentita parte di esso?
Lì dove i confini sono stati imposti, con che autorità si impedisce che vengano modificati?
E quanto legno roderebbe un roditore se un roditore potesse rodere il legno?

Seriamente, senza mezzi termini, sta cosa del nazionalismo, se va oltre i 10km da casa propria, è una cagata pazzesca. Chi è il coglione che non se n'è ancora reso conto?

Sunday, March 4, 2012

Saturday, March 3, 2012

Addio Facebook

Sì, trovo che sia una cosa sufficientemente importante da dedicargli un post nel blog, addirittura una piccola pagina della mia vita, che oggi, 3 marzo 2012, si svuoterà di uno strumento informatico che in tanti casi è stato utile o semplicemente un passatempo. Ora, visto che il servizio al quale mi ero registrato è cambiato, decido di smettere di usarlo. Addio facebook e addio alla tua timeline del cazzo. Continuerò ad usarti perché ho eventi, pagine e prodotti da spammare, ma di me non rimarrà nulla. Non cercate quindi di contattarmi, perché al di fuori delle pagine che amministro non otterrete risposta. Ho un nuovo (nel senso di poco usato) profilo di google+, al quale domani passerò definitivamente per tutte quelle porcate da social network che prima erano destinate a facebook. Quindi sappiatelo: potrà essere mi vediate condividere qualcosa su fb, ma non aspettatevi risposte, perché le probabilità che arrivino saranno remote.

Friday, March 2, 2012

Sui moti e le rivolte popolari

Perché con il passare del tempo, senza motivi apparenti, odio sempre di più il mondo e le persone?

Da un parte vedo, in Spagna, studenti (e in minor parte anche lavoratori) che protestano contro tagli di vario tipo. All'istruzione, ai trasporti pubblici e via dicendo. Come non essere d'accordo con loro? Meno soldi vuol dire meno lavoro, che diventa meno consumi, che vuol dire far peggiorare la crisi economica. Meno istruzione, vuol dire gente meno qualificata che farà meno lavori che possono portare allo sviluppo del paese, che vuol dire peggiorare la crisi economica. E comunque in ogni caso (crisi o meno) vuol dire avere una marea di persone che non possono lavorare perché i posti che potrebbero prendere sono già tutti occupati da altri come loro.

Non sarebbe forse più intelligente, da parte degli amministratori pubblici, cercare piuttosto di dare più soldi alla gente, in modo che lavori, produca e consumi? E tagliare dove ci sono gli sprechi?
Certo, sto applicando quello che conosco dell'Italia alla Spagna, ma credo che le cose non siano poi così diverse. Mancano soldi? Toglieteli da dove ce ne sono tanti, non da dove ce ne sono già pochi.

Eccheccazzo.

E lo stesso in Italia. Vedo, in questi giorni, le proteste in Val di Susa. Come non essere d'accordo con quei disgraziati che vivono tranquilli nelle loro case e un giorno si vedono terre ed edifici espropriati per la costruzione di un'opera voluta da pochi (che quindi non può essere definita pubblica), pagata con i soldi di tutti, dannosa e che non ha motivo d'esistere se non quello di rimpinguare le tasche di qualche grasso ladro? Non sareste anche voi che mi leggete in prima linea per difendere le vostre case ed evitare la distruzione delle vostre terre? Probabilmente sì.

Dall'altra parte, però, cosa vedo? Vedo orde di persone che non sanno cosa stanno facendo. Al solito, certo, i "capi" sanno bene qual'è il problema e come lo si sta affrontando, ma la maggioranza è lì senza saperne bene il perché, come spesso capita nei cortei o nelle manifestazioni giovanili. Mi vien da pensare (e credo seriamente in ciò che sto per scrivere) che poco sia cambiato dai tempi della rivoluzione francese, dei moti risorgimentali italiani o dei sollevamenti popolari a Madrid del 1766. Le rivolte erano sempre portate avanti da folle composte da persone comuni, che avevano i loro buoni motivi per essere incazzati, ma dietro, sotto sotto, nell'ombra, c'era sempre l'interesse di qualche gruppo che ambiva a conquistare il potere.
Ma questo toglie forse dignità alla protesta? Secondo me, no. Come ho detto, la gente che scende in piazza normalmente ha dei buoni motivi per incazzarsi e spesso è la mancanza dei generi di prima necessità o di diritti fondamentali.

Il problema è che, come da una parte ci sono manifestanti che sono lì senza dei buoni motivi (e a volte, non lo nego) anche solo per far casino, dall'altra parte ci sono spesso poliziotti o militari che si trovano in un contesto lontano dal loro, che non sanno chi hanno davanti, né il perché delle manifestazioni. E se lo sanno, molto spesso non si tirano indietro perché devono pur portare a casa la pagnotta... E anche tra questi, non nascondiamolo, ci sono quelli che vogliono solo andare a menare un po' il loro randello in giro, perché è da troppo tempo che non lo tirano fuori.

A mio avviso, avremo raggiunto un livello decente di civiltà solo quando saremo in grado di convivere senza bisogno di moti popolari e rivolte e soprattutto, in caso capitassero, chi è preposto all'ordine pubblico sarà in grado di capire da quale parte si deve schierare. Non sempre chi protesta è nel torto (e anzi, se protesta è forse proprio perché ha ragione e non trova giustizia).

Thursday, March 1, 2012

Y U NO WORK?

Domani sarà il primo venerdì in cui non sarò solo in questa casa. Colpa della crisi. Potete ben immaginare quanto ero felice di non avere nessuno tra i piedi una mattina a settimana in cui non ho lezione. Ebbene, da domani Zoryna rimarrà a casa il venerdì perché non c'è abbastanza lavoro. Certo, sta cercando anche altro (andava anche a fare le pulizie in un'agenzia immobiliare che ha chiuso), ma pare che sarà molto difficile. E io mi perdo quelle tanto agognate ore di libertà e tranquillità, che probabilmente andrò a passare in biblioteca, per poter studiare in pace.

Zoryana, Y U NO WORK?

Non ci capisco niente...

Vorrei solo staccare il cervello, fare e non sapere cosa né perché. Molto spesso vorrei essere semplicemente un automa, senza preoccupazioni, solo compiti da eseguire. Non sempre, ma ci sono momenti in cui baratterei la mia (presunta) libertà per un po' di tranquillità. Non dover pensare ad appuntamenti, date, scadenze, compiti, incarichi, promesse e favori. Vorrei poter affidare tutto ad altri, fare e basta, quello che mi si dice e quando me lo si dice. Vorrei una segretaria, un po' mamma e un po' maestra, che mi controlli e mi dica tutto lei.

E non posso far altro che rilassarmi ascoltando Things Viral, aspettando domani per organizzarmi, nell'attesa che arrivi qualcuno a farlo per me.

-----

Rileggendo quello che ho scritto, mi rendo conto che molti potrebbero non approvare. Non è forse pieno in giro di persone che dicono di voler pensare con la propria testa e fare solo quello che vogliono? Non ho intenzione di discutere sul fatto che siano coerenti o meno, riflettevo solo sul mio essere controtendenza. Forse un bel mal di testa farebbe cambiare idea a tutti quei sempliciotti.